|
|
Nato come simbolo di fecondità e purezza, con il passare del tempo il bouquet, si è progressivamente trasformato in un prezioso ed elegante accessorio di moda, contribuendo oggi, senza alcun dubbio a perfezionare l’intera cerimonia.
In relazione quindi alla sua indiscussa importanza, riteniamo di conveniente, in questa sede, percorrere le tappe principali della sua evoluzione partendo dalle origini sino a giungere ai giorni nostri.
Le primissime notizie sull’argomento risalgono addirittura all’epoca pre-cristiana quando, consuetudine voleva che la futura sposa, si recasse alla cerimonia con in mano un ramo di mirto o rosmarino, piante considerate di buon auspicio, simbolo di fecondità e fedeltà.
L’usanza di ornare la sposa con i fiori nasce quindi, nel mondo arabo ove la donna che doveva sposarsi veniva adornata dei beneauguranti fiori d’arancio.
In Italia la tradizione giunse tra il VII ed il IX secolo d.C. ove le spose, venivano fregiate con un giglio, emblema di purezza; ben diversamente le cose andavano nel Medio Evo in quanto, in questo periodo, le sposine erano costrette a tenere tra le mani, invece dei nobili fiori, ago e filo quasi a voler simboleggiare i loro futuri c.d. “attrezzi del mestiere”.
Fortunatamente però, vero il ‘400 si affermò una gentile innovazione: si diffuse la tradizione di adornare il capo delle giovani spose con i fiori d’arancio (per tradizione, i principali protagonisti del bouquet della sposa!) che avevano, in questo caso, lo scopo di palesare la loro purezza interiore… e con il passare del tempo dalla corona si passò ai fiori: non più però solo un ramo di giglio, ma un piccolo mazzolino di corolle bianche, stretto da un nodo di seta, sino a giungere alle creazioni più classiche o anche più innovative e personalizzate dei giorni nostri.
Chi volesse portare con sé qualcosa di “alternativo” all’ormai classico mazzolino di fiori, può optare, ad esempio, per una Bibbia, un libro di Preghiere (per le più religiose e devote), oppure un parasole, un ventaglio, una borsetta (per le più “anticonformiste”).
Tradizione vuole infine, che la sposa lanci il suo bouquet, una volta terminata la cerimonia nuziale, indirizzandolo alla sua amica più cara o meglio (e più onestamente!) a tutte le fanciulle in età da marito presenti alla cerimonia affinché, secondo un antico detto, la fortunata che riuscirà ad afferrarlo al volo, si sposerà entro l’anno.
Qualora invece desiderasse conservarlo come souvenir, esistono diverse possibilità: è possibile infatti seccarlo e tenerlo intero, oppure smantellarlo e usarlo per creare un collage di fiori secchi; crearne una copia usando fiori di seta, o ancora piantare in un vaso i germogli di fiori che lo compongono, per far nascere nuove piante facendo si che, in questo modo, il ricordo di questo giorno duri per sempre e il matrimonio … rimanga sempre verde! |
|
|